February 25, 2016

Paola Frassinetti – Una Donna

  • Paula Frassinetti (it)
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  • 1. Dio ha scelto
     

    Dio ha scelto

    una creatura debole di fronte al mondo e le ha comunicalo la sua forza

    una creatura di poco conto di fronte al mondo di famiglia modesta per realizzare i suoi progetti

    una donna semplice davanti al mondo una giovane senza cultura per confondere la presunzione del secolo dei lumi e suscitare nella Chiesa un fermento nuovo che riproponesse alla gioventù i valori pedagogici del Vangelo

    PAOLA FRASSINETTI

    FONDATRICE DELLA CONGREGAZIONE DELLE SUORE DI SANTA DOROTEA

     Il suo motto:

    VOLONTÀ DI DIO, TU SEI IL MIO PARADISO

  • 2. Paola, un dono di Dio
     

    Paola nasce a Genova nel 1809 in un quartiere del centro detto Borgo Lanaioli.

    Il padre “uomo all’antica”, di forte pietà, è “mercante di panni”.

    La madre donna semplice e soave la lascerà presto orfana.

    Cresce e vive in un’epoca in cui l’urto fra ideologie vecchie e nuove è forte e violento. Le idee di libertà, indipendenza e democrazia del Risorgimento Italiano auspicano un nuovo assetto politico.

    L’affacciarsi della tecnologia muove i passi verso un nuovo sistema economico e sociale. È un periodo di transizione in cui, superati i vecchi equilibri, se ne cercano dei nuovi…

    Tensione e lotta sono inevitabili.

    Paola non è estranea al suo tempo.

    Alla rivolta violenta proclamata da molti suoi contemporanei per rinnovare la società, preferisce la rivoluzione del Vangelo, quella dell’Amore.

    Sa cogliere nella promozione della donna un’urgenza dell’epoca e vi risponde educando le giovani a divenire donne e cristiane.

    Trascorre l’adolescenza in famiglia, fra le faccende domestiche ed un po’ d’istruzione datale dal padre che non vuole mandarla a scuola.

    Impara molte cose, come lei stessa racconterà, ascoltando le conversazioni del padre e dei quattro fratelli che diverranno tutti sacerdoti.

    Ciò che ama di più è stare con il fratello maggiore Giuseppe, che ripete alla sorella quanto impara sui libri di teologia e nel contatto con la gente. In quegli incontri matura qualcosa di comune.

    Il Signore farà di Giuseppe e di Paola due grandi apostoli.

    L’influsso della famiglia sulle future scelte di Paola è determinante.

    Le opere di Dio non s’improvvisano. Sono frutto di lenta maturazione che in via normale inizia e si sviluppa nell’ambito familiare.

    Le relazioni che vi si stabiliscono, il clima che vi si respira, sono fondamentali nell’evoluzione della persona.

    Per Paola la famiglia sarà sempre la prima e fondamentale comunità educante.

    Più tardi alla propria famiglia religiosa affiderà il compito  di “rianimare nei genitori cristiani l’impegno per la morale e religiosa educazione delle fanciulle…”.

  • 3. In parrocchia
     

    Nel 1827, a 22 anni, il fratello Giuseppe è ordinato sacerdote. Paola ne ha 18.

    Don Giuseppe, inviato parroco a Quinto, una ridente borgata della riviera ligure, non si scoraggia davanti alla degradazione morale e religiosa di quella gente ma pensa che la sorella possa essere un suo valido aiuto.

    Il padre a malincuore acconsente pensando che la fragile salute di Paola ne possa trarre beneficio.

    Dio, Signore della Storia, la guida verso ben più ampi orizzonti…

    Nella vita di parrocchia, Paola sperimenta, per la prima volta, la gioia di darsi a tanti, di vivere in un gruppo allargato, di avere contatti più vasti e diversificati da quelli della famiglia.

    La sua grande anima si dilata.

    Si fa più chiaro e insistente l’invito del Signore che la vuole tutta per Sé per inviarla, portatrice del Suo Amore, alla gente del suo tempo.

    Con l’aiuto del fratello apre una piccola scuola per fanciulle povere.

    Paola rivela tutte le qualità di una buona educatrice: dedizione, accorgimento, intuizione, pazienza, tatto, benignità, intelligenza e cuore, dolcezza e fermezza.

    In modo semplice e cordiale suscita confidenza, stringe amicizia… aiuta le bambine a migliorarsi.

    Insegna loro a pregare oltre che a scrivere, parla loro di Gesù che lei già tanto conosce e ama.

    Si vanno così manifestando i doni che Dio ha deposto in lei e di cui saprà fare dono agli altri e alla Chiesa tutta.

  • 4. Le amiche
     

    Le ragazze più grandi del paese desiderano tanto incontrare la sorella del parroco.

    Una di queste, Marianna Danero, riesce nell’intento.

    Decidono di ritrovarsi ogni domenica per una passeggiata sul vicino Monte Moro.

    Fra Marianna e Paola inizia così un’amicizia che durerà tutta la vita.

    Trascorrono molte domeniche godendo insieme della natura e parlando della loro vita e di Dio…

    Ben presto altre giovani si uniscono alle loro scampagnate domenicali.

    Fra una corsa ed un canto, fra ulivi e cipressi, lo sguardo perso nell’immensità dell’orizzonte, Paola travasa nel cuore delle amiche l’ideale che porta in sé.

    Insieme riflettono, discutono, fanno progetti…

    Lo stare insieme, le conversazioni sotto il cielo e all’om-bra del bosco, hanno messo nel cuore di ciascuna lo stesso desiderio: essere del Signore, conoscere Cristo, per continuare la Sua Missione nel mondo.

    Vogliono aiutare l’umanità a migliorarsi dedicandosi alle fanciulle, alle giovani, alle donne di domani.

     

    Una intuizione

    Paola crede alla possibilità della donna di contribuire alla trasformazione della società, sia per l’influsso della sua azione diretta, sia per il peso che ha nella vita dell’uomo e delle future generazioni.

    In quello scorcio dell’800 la donna vede la propria situazione in parte mutata rispetto al secolo precedente: gode maggiore libertà di movimento e d’azione, ma questa conquista rischia di ritorcersi a suo danno se non esce dallo stato di arretratezza culturale e religiosa in cui si trova.

    È necessario darle una preparazione umana e cristiana che le permetta di inserirsi, con senso critico, nel proprio tempo e la renda capace di assumere compiti nuovi.
    Intuizione ancor più valida oggi per l’ampliarsi della sfera d’azione della donna e per una non sempre ben intesa “uguale dignità e responsabilità con l’uomo”.

    Come realizzare questo progetto comune?

    Paola e le amiche sono povere, non dispongono della dote richiesta per entrare nei monasteri esistenti. D’altra parte desiderano una vita diversa.

    Non vogliono vivere isolate in cella, ma condividere con gli altri, in evangelica povertà e amicizia, la semplice vita di ogni giorno: il lavoro per mantenersi, la propria formazione, l’annuncio evangelico… la preghiera.

    Non vogliono estraniarsi dal mondo, ma viverci dentro per assumerne le gioie, le trepidazioni, le ansie e costruirvi il Regno di Dio.

    Desiderano formare un gruppo in cui, come dicono antiche memorie, “condurre vita apostolica per quanto convenisse a donne”.

  • 5. I primi passi
     

    Paola ne parla al fratello che esulta constatando come il Signore inviti la sorella ad un’avventura magnifica, ma non le nasconde le inevitabili e forse numerose difficoltà.

    Più tardi scriverà che “faticare e patire per amore di Dio porta con sé grandi consolazioni, conforta e fortifica lo spirito”.

    Insieme si consigliano con amici che condividono e appoggiano il progetto.

    Sotto la direzione del fratello, Paola e le amiche iniziano un cammino di preparazione a quella che si prospetta come vita futura insieme.

    Nessuno suppone lo sviluppo che quell’idea giovanile avrebbe avuto.

     

    Camminare insieme

    Nel paese, intanto, certi atteggiamenti di quelle ragazze suonano come stranezza. Le male lingue cominciano a intrecciare chiacchiere…

    Alcune giovani si ritirano…

    A Don Giuseppe pare impossibile andare avanti e cerca di convincere la sorella a desistere dall’impresa.

    Ma Paola non teme le difficoltà, si sente sicura perché appoggiata solo nel Signore.

    Vede con chiarezza che è volontà di Dio ed è decisa ad andata avanti anche senza l’aiuto del fratello, se le compagne sono d’accordo.

    Ha capito il valore del camminare insieme, la forza di un gruppo unito intorno ad un comune ideale.

    Avverte che il dono ricevuto non è solo suo.

    Insieme sono state chiamate, insieme hanno iniziato, insieme decidono se continuare… Tutto dipende da quanto lo Spirito suggerisce a ciascuna.

    Valutano la cosa alla luce del Vangelo, pregano… e, di comune accordo, stabiliscono di proseguire il cammino intrapreso.

    Don Giuseppe vista la fermezza della sorella torna ad aiutarla.

    Fra queste alterne vicende il gruppetto si fortifica ed è pronto ad iniziare la missione che Dio gli affida.

  • 6. Una giornata luminosa
     

    Un mattino presto, al primo albeggiare del giorno, quando tutto è ancora silenzio e la natura comincia a colorarsi di luce…

    Paola e le amiche salgono con Don Giuseppe alla chiesa di Santa Chiara in San Martino d’Albaro…

    Intorno all’Eucarestia che rinnova l’offerta di Gesù per la salvezza del mondo, quelle giovani, tutte sui vent’anni, s’impegnano a fare dono della loro vita per meglio aiutare la gente del tempo a scoprire e credere all’Amore di Dio.

    La fede invincibile ed operosa sarà la loro forza! Si chiameranno pertanto “Figlie di Santa Fede”.

    È il 12 Agosto 1834, una giornata luminosa che vince il dissolversi del tempo!

    Inizia così la storia di un gruppo di donne che la passione per il Regno spinge a mettersi a servizio di altre per aiutarle ad uscire dalla situazione d’inferiorità e sfruttamento in cui si trovano.

    Se le giovani di buona famiglia hanno qualche possibilità d’istruzione, quelle del popolo crescono ignoranti e analfabete, facile preda della corruzione.

    È urgente pensare a loro!

    Affittata perciò una casetta con l’aiuto di amici, danno subito inizio ad una scuola per ragazzine povere e ne accolgono alcune orfane.

    Il posto non è sufficiente per contentare tutti.

    La vita nella casetta di Quinto trascorre intensa: apostolato, preghiera, lavoro… per guadagnarsi da vivere, tessono bambagina e la notte le trovava, spesso, ancora sulla breccia…

    Molte non sopportano quel ritmo di lavoro e l’austerità di vita. Ma se alcune si ritirano altre se ne aggiungono…

    Giovani che, dopo essere state discepole, decidono di donarsi al Signore per condividere la missione delle proprie educatrici.

    Delle compagne della prima ora rimarranno fedeli fino alla fine solo Marianna Danero e Teresa Albino.

    Il gruppo cresce di numero ma anche il campo d’azione si va allargando.

  • 7. Suore di Santa Dorotea
     

    Nel 1835 un sacerdote bergamasco, Don Luca Passi, amico di Don Giuseppe, passa da Quinto e, incontrandosi con Paola, intuisce il valore di quella giovane donna e del gruppo da lei iniziato.

    Le propone quindi di assumere, come mezzo di apostolato, l’opera che egli sta diffondendo in tutta Italia per formare le giovani povere e bisognose.

    Avendo come centro propulsore la parrocchia, attraverso l’aiuto di giovani più sensibili e formate.

    Don Luca si proponeva di raggiungere le fanciulle nel loro ambiente di vita, di lavoro, per la strada, nei vicoli… e, stabilendo un legame d’amicizia, vuole aiutarle a crescere come persone e come cristiane.

    Paola, a sua volta, coglie l’originalità e la validità apostolica dell’iniziativa: ritrova nella semplicità del metodo la sua linea educativa, condivide la centralità della parrocchia e quell’organizzazione solida ed equilibrata.

    La collaborazione di altre giovani, che devono ugualmente essere formate all’apostolato, diventa un ottimo mezzo per raggiungere ragazze che rischiano altrimenti di restare isolate.

    Accetta la proposta di Don Luca e, d’accordo con le compagne, cambia il nome del gruppo in quello di suore di Santa Dorotea dal nome dell’opera che sta facendo propria.

    È un momento importante per la vita del gruppo perché con tale scelta Paola definisce con maggiore chiarezza la dimensione apostolica della sua consacrazione, consolida la sua ispirazione primigenia: essere pienamente disponibili nelle mani di Dio per evangelizzare attraverso l’educazione dando la preferenza ai giovani e ai più poveri.

  • 8. Nuovi orizzonti
     

    È ancora un amico, Don Luigi Sturla, ad offrire a Paola un’ulteriore sollecitazione alla sua ansia apostolica. Le propone di assumere la direzione di una scuola per povere da lui aperta a Genova nel quartiere di San Teodoro…

    Come dire di no?

    Insieme alle compagne stabilisce di mandarvi Marianna Danero e Teresa Albino…
    È l’anno 1835. Le prime compagne di Paola si staccano dalla cellula madre per formarne una nuova.

    Inizia un processo che attraverso il tempo avrebbe diffuso il dono di Paola nei vari continenti…

    Fra alterne vicende, le circostanze, nelle quali Paola è solita leggere un segno della volontà di Dio, le offrono l’opportunità di aprire una casa a Roma.

    È l’anno 1841.

    È duro staccarsi dalla propria terra, lasciare il padre, le compagne, i fratelli, gli amici…

    Per l’innata timidezza trepida davanti all’incognita del futuro… Ma Dio la vuol a Roma!…

    L’ansia apostolica è più forte di ogni umano timore.
    La passione per la gloria di Dio e la costruzione del Suo Regno la spingono.

    L’amore alla Chiesa e il desiderio di ricevere dal santo Padre il mandato per il servizio del gruppo nascente, le fanno superare subito ogni difficoltà.

    Abbandonata in Dio, forte della confidenza in Lui e del Suo grande amore, parte con due compagne molto più giovani di lei.

  • 9. A Roma
     

    A Roma Paola e le compagne provano i rigori della povertà e della ristrettezza.

    Alloggiate in due anguste stanzucce sopra le stalle Torlonia, nel Vicolo SS. Apostoli, sperimentano qualcosa della dura vita dei più poveri dell’urbe cattolica.

    Questo non impedisce a Paola di darsi subito a fare il bene che vede “immenso e urgente”.

    Stabilisce l’opera di Santa Dorotea in sette parrocchie: Santa Maria Maggiore, San Giacomo in Augusta, San Bernardo, Santa Maria sopra Minerva, Santa Lucia dei Gonfalone, Sant’ Angelo in Pescheria e San Marco.

    Con le compagne fa catechismo e un po’ di scuola nella piccola casa a Roma ottocentesca oppone allo splendore delle sue case e dei monumenti, le casupole umide e tristi degli squallidi quartieri po-polari.

    Alla aristocrazia colta e benestante fa da contrasto la povertà e accanto a grande splendore si nascondono dolorose miserie morali e spirituali.

    Paola, sempre attenta al maggior servizio degli uomini, pur riconfermando la sua preferenza per le fanciulle povere che definisce “pure immagini di Dio senza cornice”, comprende la necessità di formare anche le giovani di buona famiglia, perché un giorno possano diventare fermento cristiano della classe dirigente.

    In un’epoca in cui le differenze di classe caratterizzano l’intera società cerca di avvicinare in modo informale le bambine ricche a quelle povere perché siano di reciproco aiuto.

    Trovata una casa più grande vicino a Santa Maria Maggiore vi apre un educandato.

    Più tardi si trasferisce in Salita Sant’Onofrio dove il Papa Pio IX le affida l’incarico di trasformare in educandato una casa di assistenza lì esistente.

  • 10. Ardore apostolico e dolori
     

    Ardente nello zelo accoglie ogni offerta a cui può dare risposta.

    Scuole, convitti, orfanotrofi, catechesi, opera di S.ta Dorotea, Esercizi Spirituali… sono i modi concreti con i quali cerca di affiancare e, se necessario, sostituire, l’azione educativa e formativa delle famiglie.

    Sono anni d’intenso lavoro, fatto in “punta di piedi”, e di consolazione. Per l’apostolo, annunciare Gesù e il Suo Vangelo è la gioia più grande!

    Percorre le strade di Roma, dello Stato Pontificio, della Liguria, e più tardi del Portogallo, per animare, sostenere le suore, annunciare l’amore di Cristo. Ma sono anche anni di lotta, di sofferenza, di dolore, di morte…

    Nel turbolento 1849 sono disperse le suore di Genova, chiuse alcune case dello Stato Pontificio, minacciate quelle di Roma e la vita stessa di Paola…

    Dei fanatici minacciano di gettarla nel Tevere… e lei ribatte, con l’arguzia che la caratterizza, che non avrebbe mai pensato che l’ultima acqua che berrà sarà cosi sporca!!!…

    Vive e legge gli avvenimenti alla luce della Fede.

    Stretta tra le contraddizioni del Risorgimento, soffre con Pio IX attaccato da ogni parte, ma non rifiuta l’aiuto ai Garibaldini che combattono sul Gianicolo… Ogni uomo è fìglio di Dio!

    Nel 1866 l’orizzonte del mondo si apre all’ardore apostolico di Paola.

    Audace missionaria, accetta il rischio d’inviare alcune suore in Brasile. Sono in tante ad offrirsi, è una gara di generosità.

    Il Nuovo mondo ha necessità di operai… “la messe è molta… ma gli operai sono pochi”. Paola risponde pronta, ma sperimenta tutta l’ansia della madre che vede partire le figlie per una terra tanto lontana…

    Vorrebbe andare con loro… ma le affida a Dio che le porterà “sulle sue potenti braccia”, come scriverà in una lettera a loro diretta.

    Con altrettanto coraggio, nello stesso anno, invia le suore in Portogallo dove, a motivo del regime politico, sono state soppresse tutte le Congregazioni Religiose. Le suore vi si recano in abito civile e lavorano in incognito.

    Non sono le difficoltà a fare indietreggiare Paola.
    Tutta la sua vita ne è intessuta, ma prevale sempre l’amore: l’amore al suo Dio e all’uomo.

    Scrive: “Per amore del nostro Amore tutto dovrebbe essere poco”.

    Arriva per Paola il momento di entrare in quei cieli nuovi e quella terra nuova che per tutta la vita ha cercato di costruire e anticiparne un barlume in terra…

    È l’11 Giugno 1882…

    Si conclude per Paola la tappa terrena ma il dono da lei ricevuto continua a svilupparsi per il dinamismo dello Spirito che l’ha suscitato, animato, ed ancora oggi sostiene e vivifica.

  • 11. Paola continua…
     

    L’anno 1910 è un momento particolarmente duro ma fecondo del “dopo Paola”.

    La raffica rivoluzionaria disperde le suore del Portogallo. Costrette ad abbandonare il paese, fra sofferenze e privazioni, trapiantano il dono di Paola in altre nazioni: Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Belgio, Inghilterra, Malta… che accolgono le suore fuggiasche.

     

    “Se il chicco di grano caduto in terra
    non muore, non produce frutto…”

     

    Oggi il “dono di Paola” vive nel cuore e nell’impegno di più di un migliaio di Dorotee e di laici che ne condividono la spiritualità, oltre che in Italia, in Spagna, Portogallo, Svizzera, Inghilterra, Malta, Nord America, Brasile, Perù, Argentina, Angola, Mozambico, Isola di San Tomé, Taiwan, Albania, Azzorre, Cameroun, Filippine…