L’ABBRACCIO BENEDICENTE…

In questa  Quaresima noi insegnanti e bambini della scuola dell’infanzia, conosceremo meglio la parabola del Figliol Prodigo: una parabola densa di misericordia e perdono. Per affrontare questa pagina di Vangelo ci faremo aiutare da un dipinto, “Il ritorno del figliol prodigo” di Rembrandt, e dalle riflessioni su questa opera d’arte racchiuse nel libro “L’Abbraccio Benedicente” di Henri Nouwen, dal quale prenderemo delle parti di testo da lasciare ai genitori per una meditazione personale.

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L’obiettivo di questo cammino quaresimale, che ci porterà alla croce e risurrezione di Gesù, è quello di comprendere come nel volto di questo padre (raccontato nella parabola), sia racchiuso l’amore sconfinato di un Dio che ama l’uomo a tal punto da lasciarlo libero pur sapendo di poterlo perdere.

La croce di Gesù è un abbraccio infinito all’uomo. Le sue braccia aperte, stese su quello che potrebbe essere un legno di morte, sono invece più vive e forti che mai; sono braccia aperte per accogliere, per consolare, per proteggere, per amare, per gioire, e sono sempre lì, che ci aspettano, come quel padre che riabbraccia il figlio perduto di questa parabola. 

Il progetto si declinerà nelle cinque settimane di Quaresima in questo modo:

Prima settimana: noi maestre drammatizzeremo la parabola ai bambini; insieme a loro cercheremo poi di comprendere quello che è successo al Padre e ai due figli.

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Seconda settimana: i bambini faranno un gioco in cui dovranno correre per prendere dei pacchetti, in alcuni ci sarà una sorpresa mentre altri saranno vuoti. Durante questa corsa saranno ostacolati da noi insegnanti. Una volta terminato il gioco si tornerà in cerchio per scartare i pacchetti. Non tutti avranno qualcosa dentro quindi qualcuno rimarrà deluso del suo regalo. L’obiettivo del gioco è comprendere come il perdono sia un regalo gratuito ed è bello darlo come riceverlo. 

Terza settimana: il gioco di questa settimana sarà quello di ricomporre un puzzle che avrà l ‘immagine del figlio prodigo mentre dà da mangiare ai porci. L’obiettivo del gioco è riconoscere la sua tristezza e capire che la sua presa di coscienza lo aiuterà ad impegnarsi a non sbagliare più. Riconoscere gli errori e superare l’orgoglio!

Quarta settimana: il gioco prevede che i bambini vengano bendati e disorientati. Al via dovranno cercarsi e abbracciarsi. Al termine del gioco rifletteremo su come sia difficile ritrovarsi ed abbracciarsi. Il Padre non aspetta altro che abbracciarci di nuovo.

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 Quinta settimana: rivivremo l’ultima cena di Gesù con i suoi apostoli. Nel salone dove al mattino si fa accoglienza allestiremo una tavola fatta da alcuni materassini coperta da una lunga tovaglia. I bambini usciranno dalle loro sezioni scalzi per entrare nel “cenacolo” e sedersi per terra intorno alla tavola, come si faceva una volta. Tutti insieme spezzeremo il pane e ce lo passeremo. Concluderemo con un Padre Nostro. 

 

Per tutta la durata della Quaresima In salone ci sarà una croce posta sui pannelli. La croce nasconde, dietro ai cartoncini marroni, i vari momenti della parabola. Ogni settimana tutti insieme ne scopriremo un pezzo fino ad arrivare all’estremità più alta, dove sarà rappresentata la Resurrezione, il Perdono, l’Amore Dio.

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